Pisapia? Va bene così (di Antonio Mendolicchio)

Bene così. Con due parole ho risposto a un amico che mi ha inviato l'intervista di Speranza sul Corriere della Sera di oggi. Spero che sia l'ultimo strappo tra Speranza e Pisapia (non ne possiamo più) è passato troppo tempo dalla nascita di ConSenso: il tempo, in politica come nella vita, è un risorsa preziosa che non va sprecata. Molti sciacalli stanno approfittando a livello nazionale e locale. Ora lo dobbiamo recuperare nel tratto più pericoloso del percorso perché siamo in prossimità di una vigilia elettorale e se non si spiega bene ciò che si vuole fare sarà facile sbagliare, sbandare in curva e soddisfare la iattura del Sindaco milanese per una consiliatura, l'altra non pervenuta per causa di un compromesso alla Sala, avvocato prestato alla politica e ambizioso quanto Ciriaco de Mita ai tempi del confronto con Bettino Craxi.
Io vorrei che si spiegasse e si realizzasse quanto desidero da tempo: un partito, socialista e di sinistra (perché abbiamo visto anche quelli di destra) capace di rappresentare i temi più caldi della nostra fase storica (ambiente, disagio economico e sociale, lavoro, sanità e giustizia). Fosse il cielo, noi oggi perdiamo Pisapia e acquistiamo il popolo, la gente disoccupata, le famiglie disgregate, i giovani sballati e disorientati, laureati bistrattati, professionisti piegati alla logica di un sistema drogato e disperato, lavoratori sfruttati impauriti dalla precarietà.
Sarebbe bello se tutti partecipassero al processo costituente con la voglia di fare per raggiungere uno scopo comune.

Vorrei che fosse smentito Giuseppe De Tommaso con l'articolo di oggi sulla Gazzetta del Mezzogiorno quando parla delle prossime elezioni paragonandole alla caccia di prebende e visibilità. ConSenso non è mai stato un partito, né tantomeno di D'Alema.
ConSenso è il segnale di una inversione di tendenza che parte da lontano con segnali evidenti anche in contesti diversi, qualche esempio: dimissioni di una Papa ed elezioni di Francesco il giullare di Dio, come il Santo di Assisi, oppure il settanta per cento di un popolo che difende la propria storia, la propria Costituzione, la propria unità a differenza dei poveri cugini spagnoli. Draghi non lo voglio. Voglio la politica quella vera innovativa che veda anche la presenza dell'ingenuità, della spontaneità, la professionalità di un Sindaco alla de Magistris con la sua napoletana superluna "orgoglio e riscatto", che di consiliature ne ha fatte due. Una politica che con orgoglio prenda il comando di una nazione umiliata anche da Ventura e da ciò che resta di una nazionale di calcio. In questa domenica di strappi un desiderio di unione.
Antonio Mendolicchio

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