Enrico Rossi a Cerignola: "Vogliamo ridare una sinistra all'Italia"
“Vogliamo
mettere in campo una visione diversa del mondo, che restituisca centralità ai
diritti e non più al mercato. Al neoliberismo bisogna rispondere con un neo
socialismo. Abbiamo fatto una scissione per questi motivi. Vogliamo ridare una
sinistra all’Italia.“ Enrico Rossi,
a Cerignola per la presentazione della nuova edizione del suo libro Rivoluzione Socialista scalda gli animi e
il cuore, concludendo un vivace e appassionato dibattito.
E proprio
dalla nutrita e consapevole partecipazione all’iniziativa (non solo dei
militanti di Art.1, ma di tanti
cittadini che guardano con interesse alla costruzione di una casa comune della
sinistra), il governatore della Toscana trae lo spunto per riflettere
sull’attualità politica: “Il bel dibattito che avete fatto oggi, noi avremmo
voluto farlo al congresso del Pd, ma non ci è stato consentito. Il paradosso è
che oggi avete fatto questo bel dibattito, proprio perché noi siamo usciti dal
Pd.”
Amara
l’analisi politica dell’esponente di Mdp: “Il centro sinistra sta perdendo
dappertutto. Può succedere in Sicilia, ma che accada anche a Livorno e Pistoia
è più grave. Ci sarebbe stato bisogno di un congresso vero, con un segretario
di garanzia, invece il congresso è stato poco di più di un sondaggio sul
gradimento interno verso il segretario, dall’esito scontato. Da Renzi non c’è
stato alcun cenno autocritico.”
Il giudizio
di Rossi è critico anche sui presunti successi delle riforme varate dal
governo: “È cresciuto solo il lavoro precario. Abbiamo litigato con gli
insegnanti che una volta erano parte importante del nostro bacino elettorale.
La Fornero poteva essere rivista: ormai siamo il paese in cui si va in pensione
più tardi.” E poi, troppi regali alle imprese: “Neanche Berlusconi avrebbe
osato mettere insieme trasferimenti per 23 miliardi per ridurre il costo del
lavoro, con la totale liberalizzazione del mercato del lavoro.”
Da dove si
dovrebbe ripartire, per ricostruire l’unità a sinistra? Rossi formula proposte
precise: “La reintroduzione delle tutele dell’articolo 18 può essere un inizio
per ricompattarsi contro la destra. E poi la sanità: togliamo il ticket di
dieci euro sulle prestazioni specialistiche. Diamo qualche segnale, se vogliamo
ritrovarci per battere la destra e i populismi.”
Ma il
governatore non nasconde il suo scetticismo sulla possibilità di trovare
un’intesa con il Pd: “Il Pd dev’essere il nostro interlocutore, ma non questo
Pd e con questa leadership. I nostri voti al momento non sono sovrapponibili a
quelli del Pd, i nostri elettori non capirebbero. Speriamo di agevolare una
riflessione seria nel Pd, divenuto ormai il tratto terminale di un lungo
cammino neoliberista della sinistra che ha espunto da se stessa la lotta di
classe. Ma i fatti, la storia ci dicono che non è così. La corsa verso destra
porta la sinistra alla sconfitta.”
Rossi
conclude lanciando una idea su quello che potrebbe essere il nome del nuovo
soggetto politico: “Mi piacerebbe se si chiamasse partito del lavoro. Che marchi una differenza netta con la destra.
Un partito è una identità, una relazione, una organizzazione e una storia
comune. Noi vogliamo scrivere una nuova
storia comune.
Rossi è
stato presentato da Ciro Mundi,
coordinatore provinciale di Art.1 – Mdp
di Capitanata e da Luigi Pizzolo,
componente del coordinamento provinciale, che ha moderato i lavori.
Mundi ha
presentato il libro sottolineando che “socialista è una parola che sembrava
ormai ibernata e impronunciabile, invece il socialismo è sempre attuale. Nel
1892 nacque il Partito dei Lavoratori e quindi il lavoro era il tema centrale.
Il lavoro è anche il tema centrale del libro di Enrico Rossi, Rivoluzione Socialista. Il lavoro è
stato il tema più critico delle politiche di questi anni, reso sempre più
precario con il Jobs Act. E poi la
disastrosa riforma elettorale che espropria i cittadini della possibilità di
eleggere i propri rappresentanti. Sono cresciute le diseguaglianze sociali e
territoriali. Se rompiamo tutti i patti sociali come possiamo pensare che la
sinistra possa sopravvivere? Articolo Uno
non è un partito di ex, ma una casa aperta al contributo di tutti, che si prefigge
di costruire una nuova sinistra.”
Riferendosi
alla splendida cornice che ha ospitato l’incontro (Palazzo Coccia, già Palazzo
Cirillo-Farrusi) e al fatto che fu teatro di aspri scontri che si conclusero
con l’arresto di diversi esponenti della sinistra cerignolana, Luigi Pizzolo ha
ricordato che “nel dopoguerra c’erano persone che rischiavano la loro libertà
per difendere i diritti dei lavoratori, mentre oggi i giovani accettano
contratti senza adeguate tutele. Che ruolo ha avuto in questo processo
degenerativo il centrosinistra? Lo ha incentivato. La destra si argina dando
risposte nuove, non avendo paura di sostenere gli ideali che hanno sempre
scandito l’identità della sinistra: la giustizia, l’eguaglianza, la dignità del
lavoro. Insomma, il socialismo.”
Commenti
Posta un commento